HOP HOP CAVALLO, HOP HOP...

Inseguire con il teleobiettivo la corsa sfrenata di un cavallo al galoppo con il suo cavaliere mi ha permesso di aprire una insolita pagina visiva e scoprire realtà non facili da cogliere come semplice spettatore. La difficoltà di ottenere in primo luogo un’immagine correttamente a fuoco mi ha obbligato a cercare quei dettagli del soggetto che consentissero al sistema autofocus della mia attrezzatura fotografica di lavorare con rapidità e precisione. Perdonate questa piccola introduzione tecnica, necessaria però a farvi comprendere l’aspetto emotivo che mi ha poi guidato nella realizzazione di gran parte delle immagini.  La ricerca del dettaglio, dicevo, non mi ha impedito comunque di vedere l’insieme della scena, anzi, ne ha ampliato la visione permettendomi composizioni più o meno efficaci.

Ho perciò captato lo sguardo stralunato del cavallo, sollecitato in un cambio repentino di direzione, simile a quella del proprio cavaliere in una sorta di curiosa e quasi comica simbiosi espressiva. Ho visto la tensione muscolare dell’uomo e dell’animale fusi nella ricerca della massima potenza.   Ho colto il legame amorevole fra i due esseri,  frutto tangibile delle innumerevoli ore trascorse insieme in passeggiate e allenamenti.

Working cow-horse, barrel racing, team penning: termini inglesi, o meglio  americani,  per definire discipline ippiche sportive mediate direttamente da quel mondo lavorativo che ha segnato l’immaginario collettivo della nostra vita giovanile, il mitico universo dei Cow Boys. E se è pur vero che nella nostra Italia non esistono praterie con mandrie sterminate di mucche e vitelli - con l’emblematica eccezione della circoscritta realtà dei Butteri della Maremma toscana - l’attrazione e il fascino di un’epopea che ha segnato nel bene e nel male la storia della grande Nazione americana rivivono periodicamente e sistematicamente in una infinità di raduni e kermesse.  Il Lario Western Show è uno di questi (www.lariowesternshow.it).

I padiglioni della struttura LarioFiere di Erba, tra Lecco e Como, hanno ospitato nello scorso marzo la 2^ edizione di questo evento – patrocinato dal Consolato Generale USA – che apre ormai il calendario delle fiere nazionali di equitazione in Italia.

Musica country e “line dance”, il ballo in linea eseguito collettivamente e preferibilmente con il classico abbigliamento da cow-boy fatto di cappello, jeans, stivali a punta decorati da ricami, cinturone con fibbione metallico e bolo alla camicia, creano la giusta colonna sonora per calarsi emozionalmente nell’atmosfera “western” della manifestazione tra fast-food e birrerie, banchetti di artigianato etnico americano e abbigliamento “country”, sellerie e accessori equestri o macchinari e prodotti per allevamenti e maneggi.

Ma il soggetto catalizzatore di tutto questo resta il cavallo, intorno al quale ruota un complesso sistema di organizzazione sportiva fatto di competizioni in differenti specialità articolate a loro volta in  campionati regionali, nazionali e internazionali. Nella grande arena coperta e riscaldata, gare di velocità quale il barrel racing , disciplina nata come sfida femminile tra le donne che accompagnavano i cow boys nei rodei e che le vede contendersi nel giro più veloce intorno al triangolo formato da tre barili, si alternano a competizioni più tecniche come il team penning  dove una squadra di tre cavalli/cavalieri nel minor tempo possibile deve separare dalla mandria tre vitelli contrassegnati dallo stesso numero e portarli all’interno di un piccolo recinto; o come il working cow-horse  dove viene valutata l’abilità e l’attitudine della coppia al lavoro con il bestiame attraverso una serie di esercizi fissi all’interno di un percorso effettuato a diverse velocità e con improvvisi cambi di direzione.

E in un ambiente tradizionalmente dedicato alla sfera maschile prevale sempre di più la presenza delle donne che dimostrano capacità pari, se non a volte superiori, a quelle degli uomini, supportate in questo da una probabile maggiore sensibilità relazionale con il cavallo.

La cura, le attenzioni, la dedizione verso il cavallo si percepiscono comunque in ogni gesto e sono ricambiate da una incondizionata docilità dell’animale verso il proprio cavaliere o amazzone, in una perfetta sintonia affettiva.

Nessun folklore, solo passione e amore vero.